Olivetti: una storia di innovazione e sviluppo

Fondata a Ivrea (Torino) nel 1908 per produrre macchine per scrivere, nel corso degli anni Olivetti ha conosciuto diverse trasformazioni, mostrando grande capacità di adattamento alla continua evoluzione delle tecnologie e dei mercati dell’informazione e comunicazione.

Manifesto MP1 di Xanti Schawinsky - 1935 Manifesto "Prima Macchina Italiana M.P.S." di Teodoro Wolf Ferrari  - 1912
Manifesto MP1
Xanti Schawinsky - 1935
  Manifesto "Prima Macchina
Italiana M.P.S"
Teodoro Wolf Ferrari - 1912

La società ha saputo gestire con successo il passaggio dalla tecnologia meccanica all’elettronica, dai prodotti per ufficio ai computer, ai sistemi e servizi informatici e alle telecomunicazioni.

Nel panorama dell’industria italiana e mondiale Olivetti si è sempre distinta per il suo particolare stile aziendale: uno stile basato sull’eccellenza tecnologica, l’innovazione, la qualità e il design, il rispetto del mercato, ma anche su un forte impegno a favore dell’arte e della cultura, sulla sensibilità verso i problemi sociali e verso il costante miglioramento del rapporto con i dipendenti e il territorio.

Olivetti è in questo modo riuscita a far coesistere tecnologia e cultura, efficienza e socialità, innovazione e design.


Camillo Olivetti: la fondazione

Il 29 ottobre 1908 Camillo Olivetti costituisce a Ivrea la Ing. C. Olivetti & C., "prima fabbrica italiana di macchine per scrivere". La società ha 20 dipendenti e le strutture produttive consistono in un’officina di 500 mq., che nei primi anni consente di produrre circa 20 macchine alla settimana. Il primo modello di macchina per scrivere è la M1, presentata nel 1911 alla Esposizione Universale di Torino.

Camillo Olivetti La prima fabbrica
Camillo Olivetti   La prima fabbrica

Negli anni successivi l'Azienda cresce rapidamente ampliando e diversificando l'offerta e sviluppando la presenza commerciale in Europa e nel mondo. Nel 1920 viene presentato una nuova macchina per scrivere, la M20; la produzione annuale, grazie alla riorganizzazione del lavoro e all’introduzione della lavorazione in serie, alla fine degli anni ‘20 raggiunge le 13.000 macchine. Mentre in Italia si moltiplica il numero delle filiali commerciali, in Spagna viene costituita nel 1929 la prima consociata estera, a cui fanno seguito le consociate in Belgio, Argentina e in diversi altri paesi europei e latino americani. Vengono lanciati nuovi modelli di macchine per scrivere, fra cui nel 1932 la MP1, la prima portatile. La produzione negli anni ’30 e ’40 si estende a telescriventi, calcolatrici, mobili e attrezzature per ufficio. Si avviano attività nel campo delle macchine a controllo numerico, mentre le macchine per scrivere e le calcolatrici vengono sviluppate anche in versione elettrica.

Nuovi stabilimenti produttivi si aprono in Italia e, a partire dal 1930, anche all'estero.


Adriano Olivetti: la cultura, lo sviluppo, l’innovazione

Un contributo fondamentale alla rapida espansione della Società viene dato da Adriano Olivetti, figlio di Camillo, che diventa Direttore Generale nel 1932 e Presidente nel 1938: la sua conduzione aziendale  imprime uno stile e una cultura che faranno di Olivetti un esempio unico nella storia industriale italiana ed europea.

Adriano Olivetti
Adriano Olivetti

Nel 2001, per celebrare il centenario della nascita di Adriano Olivetti, la società Olivetti SpA, la Fondazione Adriano Olivetti e l'Associazione Archivio Storico Olivetti hanno organizzato un convegno internazionale "Costruire la Città dell'Uomo" e una mostra "Adriano Olivetti e l'Urbanistica". In occasione della ricorrenza Olivetti ha realizzato e pubblicato il sito Adriano Olivetti: Costruire la Città dell'Uomo

Adriano mostra grande attenzione verso lo sviluppo della tecnologia, l'innovazione, la qualità dei prodotti; accentua l'espansione sui mercati internazionali; cura il design industriale, dando inizio a una lunga storia di eccellenza che tuttora continua; affronta con grande sensibilità le problematiche sociali del lavoro e del rapporto tra azienda e territorio. La sua poliedrica personalità di imprenditore, intellettuale, editore e urbanista sempre attento ai problemi sociali, lo porta ad estendere l’attività anche al di fuori del campo strettamente industriale. Avvia la progettazione e costruzione di nuove fabbriche, uffici, case per dipendenti, mense, asili, dando origine ad un articolato sistema di servizi sociali.

Sotto la guida di Adriano, gli anni 50 segnano una fase di crescita straordinaria. Olivetti afferma una leadership incontrastata nella tecnologia meccanica dei prodotti per ufficio: i prodotti simbolo sono la Lexikon 80, macchina per scrivere standard lanciata nel 1948, la Lettera 22, famosa portatile introdotta sul mercato nel 1950, e la calcolatrice Divisumma, progettata da Natale Capellaro nel 1948 e rinnovata nel 1956.

Olivetti Lexikon 80 - M. Nizzoli - 1950 Olivetti Lettera 22 - M. Nizzoli - 1950 Olivetti Divisumma 24 - M.Nizzoli - 1956
Olivetti Lexikon 80
M. Nizzoli - 1950
Olivetti Lettera 22
M. Nizzoli - 1950
Olivetti Divisumma 24 M.Nizzoli - 1956

Nel 1958, a 50 anni dalla fondazione, l’Olivetti conta oltre 24.000 dipendenti, di cui circa 10.000 lavorano nelle 17 consociate estere; il 60% circa della produzione viene esportato. Allo sviluppo delle strutture commerciali e produttive all'estero si aggiunge nel 1959 l'acquisizione della Underwood, grande impresa americana di macchine per scrivere.

L'Olivetti compie in quegli anni la prima importante svolta tecnologica della sua storia investendo con grande tempestività nella emergente tecnologia elettronica. Avendo intuito che l’emergente tecnologia elettronica è destinata a rivoluzionare il mondo del calcolo e dei prodotti per ufficio, Olivetti fin dal 1952 apre un piccolo laboratorio di ricerca a New Canaan, nel Connecticut, e quindi nel 1955 decide di creare un laboratorio di ricerche elettroniche nei pressi di Pisa. Il frutto degli investimenti effettuati in questo settore e dell’assiduo lavoro condotto dal gruppo dei ricercatori di Pisa è l'Elea 9003, primo calcolatore elettronico interamente sviluppato in Italia presentato da Olivetti nel 1959. Si tratta di una macchina completamente transistorizzata che sul piano tecnologico pone l’Olivetti all’avanguardia rispetto agli altri produttori mondiali di computer. L’elettronica sembra offrire nuove e straordinarie prospettive di sviluppo.


La transizione dall'elettronica all'informatica

  Olivetti Headquarters
A.Bernasconi, A.Fiocchi, M.Nizzoli - 1962

Ma l’improvvisa morte di Adriano Olivetti nel 1960 e una serie di difficoltà finanziarie, legate anche all’onerosa acquisizione della Underwood e ai pesanti investimenti necessari per sostenere la Divisione Elettronica in presenza di un mercato nazionale non ancora pronto per i computer, creano una difficile situazione finanziaria. La famiglia Olivetti, che anche dopo la quotazione del titolo in borsa avvenuta nel 1960 aveva mantenuto un saldo controllo dell’Azienda, nel 1964 apre il capitale a un gruppo di intervento formato da banche e imprese industriali italiane. Nello stesso anno viene decisa la cessione della Divisione Elettronica a una società congiunta tra Olivetti (25%) e General Electric (75%); nel 1968 Olivetti cede anche la sua quota minoritaria di partecipazione.
Calcolatore da tavolo P101- design: M. Bellini - 1965
Calcolatore da tavolo P101
design: M. Bellini - 1965

La cessione della Divisione Elettronica condiziona lo sviluppo e l’evoluzione tecnologica della Olivetti, ma l'impegno nei calcolatori non è abbandonato del tutto: l’attenzione si sposta verso le macchine di piccole dimensioni e l’informatica distribuita. Nel 1965 Olivetti presenta sul mercato un calcolatore da tavolo molto innovativo, programmabile con schede magnetiche: è il P101, interamente realizzato da un gruppo di ricercatori guidati da Pier Giorgio Perotto. Da molti è considerato l'antenato del personal computer

Gli anni ‘70 segnano una svolta importante per la Olivetti: si punta con decisione sull'elettronica con ingenti investimenti per l'acquisizione delle nuove tecnologie e per la riconversione del personale. Nelle attività di produzione sono introdotti modelli di organizzazione del lavoro molto innovativi, anche per affrontare i problemi legati alla minore quantità di lavoro incorporata dai prodotti elettronici rispetto a quelli meccanici. L’offerta continua ad arricchirsi: nuove macchine contabili, telescriventi, periferiche di stampa si affiancano agli altri tradizionali prodotti per ufficio, costantemente rinnovati nelle soluzioni tecnologiche e nel design. Ma la transizione all'elettronica, in anni di elevata inflazione e di alti tassi di interesse che rendono difficile l’accesso alla borsa, è particolarmente onerosa. La crescente competizione internazionale accentua le difficoltà e verso la fine del decennio la situazione finanziaria dell’Olivetti diventa critica.

Nel 1978 Carlo De Benedetti investe nell'Azienda assumendone la responsabilità operativa. Il completamento del processo di riconversione all'elettronica, lo sviluppo accelerato di nuovi prodotti e il risanamento finanziario attuato attraverso successive ricapitalizzazioni dell'Azienda e il miglioramento dell'efficienza gestionale, pongono le premesse per un nuovo ciclo di sviluppo.

Personal Computer M20 - design: E. Sottsass - 1982
Personal Computer M20
design: E. Sottsass - 1982

Tra i prodotti più significativi che vengono lanciati in questi anni vi sono la prima macchina per scrivere elettronica (Et 101 nel 1978) e il primo personal computer (M20 nel 1982), a cui fa seguito due anni più tardi il modello M24 che riscuote un notevole successo su tutti i mercati dell’Europa e degli Stati Uniti.

Con questi e con altri prodotti e servizi si consolida una nuova importante svolta della Olivetti, verso l'informatica, settore in cui l'Azienda guadagna negli anni successivi il primato europeo.

Nei corso degli anni ‘80 Olivetti accelera il processo di crescita ricorrendo a numerose acquisizioni, intese e alleanze internazionali, oltre che a operazioni di venture capital. Tra le alleanze più significative vi è quella con l'americana AT&T siglata sul finire del 1983.

L'impegno dell'Azienda nell'informatica porta al lancio di numerose linee di sistemi e all'avvio di nuove attività nel campo dei servizi informatici. Le soluzioni sviluppate si basano sul principio dei sistemi aperti e standard - una scelta che successivamente verrà fatta da tutte le maggiori società informatiche mondiali.

Open System Architecture Olivetti, i sistemi aperti e standard Open System Architecture Olivetti, l'Informatica distribuita
Open System Architecture Olivetti,
i sistemi aperti e standard
  Open System Architecture Olivetti,
l'Informatica distribuita

Nei prodotti per ufficio l'offerta Olivetti si estende: accanto ai prodotti per la scrittura elettronica e il calcolo, si producono stampanti, facsimile, registratori di cassa, fotocopiatrici e accessori. In questo campo lo sviluppo della tecnologia a getto d'inchiostro apre la strada verso nuovi business e offre nuove opportunità di sviluppo.


Olivetti nelle telecomunicazioni

All'inizio degli anni ‘90, intuito il forte potenziale di sviluppo delle telecomunicazioni, l'Olivetti costituisce insieme ad altri investitori (fra cui alcuni dei maggiori operatori mondiali di telecomunicazioni) la Società Omnitel, con l'obiettivo di operare nella telefonia mobile. Omnitel diventa operativa a fine 1995 dopo l'acquisizione della relativa licenza e inizia una storia di grande successo. Secondo le stesse linee strategiche, nel 1995 viene creata Infostrada per operare nella telefonia fissa. Si tratta di due operazioni destinate, nel giro di pochi anni, a cambiare il volto della Olivetti e a proiettarla verso una nuova fase di sviluppo.

Nella prima metà degli anni '90 l'intensificarsi della competizione globale, la caduta dei prezzi e dei margini in tutta l'industria informatica mondiale, la debolezza del mercato europeo, e in particolare di quello italiano, spingono Olivetti a una lunga e onerosa ristrutturazione delle attività.

A partire dal settembre 1996, in un momento particolarmente difficile per l'Azienda, Olivetti intraprende sotto la guida di Roberto Colaninno un processo di profonda trasformazione, che conduce a una sempre più decisa focalizzazione sul settore delle telecomunicazioni e alla razionalizzazione delle attività informatiche.

Questa trasformazione passa attraverso la definizione di nuove alleanze nelle telecomunicazioni, in particolare con il gruppo tedesco Mannesmann (1997), e la cessione delle attività nei personal computer (1997) e nei sistemi e servizi (1998). In questo modo il Gruppo limita ad alcune aree specifiche la sua presenza nell'informatica (prodotti per ufficio; sistemi specializzati; servizi informatici per il mercato italiano), ma risana la situazione economico-finanziaria e ritrova la fiducia dei mercati finanziari internazionali.

Roberto Colaninno opera quindi per consolidare la struttura azionaria di controllo di Olivetti e per definire nuovi traguardi di sviluppo nelle telecomunicazioni. A febbraio '99 Olivetti e la controllata Tecnost annunciano l'intenzione di lanciare un'Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio (OPAS) sulla totalità delle azioni ordinarie di Telecom Italia. L'operazione si conclude in giugno con l'acquisizione di oltre il 52% del capitale ordinario di Telecom Italia per un controvalore di 31,5 miliardi di Euro. Allo stesso tempo, Olivetti provvede alla cessione, richiesta dalle norme sulla concorrenza, delle sue partecipazioni in Omnitel e Infostrada a Mannesmann. Il pacchetto di controllo di Olivetti si rafforza nelle mani di Bell S.A., società di diritto lussemburghese formata in prevalenza da finanzieri e industriali italiani.

Il pesante indebitamento accumulato per finanziarie l’OPAS e la svolta negativa della borsa, che a partire dalla fine del 2000 penalizza soprattutto le aziende del settore Internet e telecomunicazioni, mutano nuovamente lo scenario. Nel luglio 2001 Bell si accorda con i gruppi Pirelli e Benetton per cedere il suo pacchetto di controllo del capitale Olivetti. L’operazione si perfeziona nel settembre 2001 e la società Olimpia, partecipata da Pirelli, Edizione Holding (gruppo Benetton), Intesa-BCI e Unicredito, diviene il maggiore azionista di Olivetti con una quota prossima al 29%. Con la nomina dei nuovi Amministratori Delegati Marco Tronchetti Provera e Carlo Buora inizia una nuova fase della storia Olivetti, caratterizzata da una forte focalizzazione sul settore delle telecomunicazioni, attraverso le società del gruppo Telecom Italia, e da un crescente coordinamento gestionale con la stessa Telecom Italia.

A marzo 2003 è stato annunciato il progetto di fusione per incorporazione di Telecom Italia in Olivetti finalizzato a semplificare la struttura societaria del Gruppo, in coerenza con le aspettative espresse dal mercato. Il progetto di fusione è stato approvato dalle Assemblee degli azionisti di Telecom Italia e di Olivetti rispettivamente il 24 e 26 maggio 2003.

A seguito della fusione, efficace dal 4 agosto 2003, Olivetti ha cambiato il proprio oggetto sociale assumendo quello di Telecom Italia da cui ha acquisito anche la nuova denominazione.

Gli elementi identificativi della nuova “Telecom Italia” sono:

Telecom Italia S.p.A.
Sede legale in Milano, Piazza degli Affari n. 2
Capitale sociale euro 8.845.640.599,40
Codice fiscale e numero di iscrizione al registro delle Imprese di Milano 00488410010

Presidente: Marco Tronchetti Provera
Vicepresidente: Gilberto Benetton
Amministratori Delegati: Carlo Buora e Riccardo Ruggiero
Direttori Generali: Riccardo Ruggiero e Giuseppe Sala


4 Agosto 2003


 
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