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Caso Coopa, esplode la rabbia tra i risparmiatori: "Chiederemo i danni"

Centinaia di persone a Tolmezzo all’illustrazione del piano per il concordato. Scatta la raccolta di firme per la costituzione di parte civile contro i vertici

TOLMEZZO. Tre parole: rabbia, smarrimento e speranza. Le elenca il sindaco di Tolmezzo, Francesco Brollo, di fronte a una platea fatta di centinaia e centinaia di persone - i volti impietriti - che gremiscono il teatro Candoni, di Tolmezzo. Le scandisce, le tre parole, perchè - dice - riassumono i sentimenti dei soci prestatori e forse della Carnia intera ancora non ancora redenta da una via Crucis che potrebbe deturpare una risorsa fatta di economia, ma anche di storia, cultura e mutualità.

La rabbia - di cui parla Brollo - scaturisce spontanea quando ci si interroga sull’epilogo di un “tempio” come la CoopCa dove l’efficienza avrebbe dovuto rimare con solidarietà e che invece ha subito lo sfregio iconoclasta dell’anarco-capitalismo nella versione “buonista” del cooperativismo. Ne consegue lo smarrimento dei soci prestatori che non sanno che fine faranno i loro risparmi che per molti, forse troppi, sono quelli di una vita intera. Non resta che aggrapparsi alla speranza, viatico che si spera non diventi soltanto un placebo.

Sperare che il Tribunale dia il disco verde al Piano concordatario. Sperare che alla fine i soci possano vedersi restituire una fetta consistente dei loro depositi. Sperare - come ha sottolineato l’avvocato del Comitato soci prestatori, Gianberto Zilli – che dal mondo della cooperazione arrivi un ulteriore sussulto di orgoglio e di disponibilità giacchè oltre alla mano sul cuore servirebbe che l’altra tornasse al portamonete, perchè «le proposte fin qui depositate non soddisfano criteri economici».

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Tocca proprio al legale spiegare nel dettaglio i contenuti del Piano depositato con l’integrazione recente di Coop Nordest. «Oggi non farò commenti - precisa all’inizio - perché non è questa la giornata e la sede».

Zilli però rivela di avere apportato un’integrazione all’esposto denuncia depositato in procura lo scorso mese di gennaio. L’integrazione riguarda la “scoperta” che alcuni componenti il cda si sono “disfatti” di alcuni loro beni. Una decisione che secondo il legale potrebbe commentarsi da sé, ma che lui nel suo ruolo di avvocato non vuole giudicare e dunque ha deciso di integrare il primo esposto-denuncia.

E a proposito l’assemblea dei soci ha dato mandato al Comitato di contattare le persone interessate, azionisti ma principalmente soci prestatori, a diventare parte civile nell’ipotesi in cui questa sfaccettatura dovesse diventare di interesse legale.

Il Comitato raccoglierà le adesioni e lo stesso dovrebbe fare anche l’avvocato Zilli. E per costituirsi parte civile dovranno sottoscrivere l’esposto denuncia.

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Ma sono azioni che non riescono di certo a lenire preoccupazione e dolore. Per quasi tre ore le centinaia di soci prestori hanno seguito l’esposizione del Piano, incalzando il legale con una serie di richieste di precisazioni. «Si, siamo in tantissimi oggi - dichiara uno di loro - ma oltre a Brollo e al consigliere regionale Cristian Sergo non c’è nessun altro politico. Un’assenza che fa il paio con quanto accaduto durante la manifestazione di Amaro. Ma non ho visto neppure sindacalisti oggi. Insomma, siamo rimati davvero soli e dal cda ci mandano a dire che quanto sta accadendo sarebbe tutta colpa nostra. Ma se il Piano concordatario è debole è colpa dei soci oppure dal fatto che CoopCa così come l’hanno ridotta loro non è più attrattiva»?

Donne, uomini, tantissimi pensionati. Tutti con rabbia, incredulità e speranza dentro. «Non ho voglia di dire nulla – afferma un socio che ha appena scansato un’intervista in Tv - è meglio che stia zitto, perchè direi cose molto, molto pesanti. E io non voglio essere denunciato».

«Se dipendesse da me - gli fa eco una socia - i responsabili finirebbero ai lavori forzati. Lo dico, lo ripeto e non me ne vergogno». Rabbia. Ma anche dolore: tanti i volti rigati dalle lacrime. Eppure sono lì, composti silenti. Chiedono. Vogliono sapere perchè possono aggrapparsi soltanto alla speranza, come ha detto il sindaco. «Ma come hanno potuto imbrogliarci in questo modo – insiste un altro socio –; la lettera di luglio è una cosa che non merita commenti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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