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Bullismo, sempre più ragazze tra gli aggressori

Cresce il bullismo femminile: le vittime denunciano che in un caso su tre ci sono ragazze tra gli aggressori. Il 72% agisce in gruppo. Paura e vergogna impediscono di confidarsi con gli adulti

ROMA. I bulli agiscono in gruppo, e una vittima su tre denuncia la presenza di ragazze tra gli aggressori. Le vittime hanno paura a raccontare cosa accade, spesso si vergognano, temono una vendetta. «Mi hanno insegnato a farmi i fatti miei» è la frase che ripete chi non denuncia. 

La Polizia di Stato con il progetto "Una vita da social" insieme a Skuola.net ha intervistato 15.268 ragazzi. Uno su tre si è dichiarato vittima di episodi di bullismo. La fascia d'età più esposta  è quella tra i 14 e i 17 anni: due su cinque hanno subito atti di bullismo. E una vittima su 3 denuncia che tra gli aggressori ci sono delle ragazze. «Diventa sempre più preoccupante il bullismo al femminile che vede coinvolte sempre più minori in gravi episodi di violenza ai danni di coetanee», sottolinea Antonio Apruzzese, direttore del servizio polizia postale e delle comunicazioni.

bullismo

Si agisce in gruppo. Nel 72 per cento dei casi - secondo l'indagine della Polizia postale e di Skuola.net - i bulli agiscono in gruppo e tendono a preferire vittime dello stesso sesso. «Il bullismo continua a svilupparsi soprattutto offline: l’87% delle vittime è stato infatti preso di mira esclusivamente o prevalentemente nella vita reale - si legge nel dossier sull'indagine - Episodi di bullismo online colpiscono invece in misura maggiore rispetto alla media le femmine rispetto ai maschi, ma anche gli intervistati nella fascia d’età compresa tra gli 11 e i 13 anni».

Le motivazioni dei ragazzi che...
Le motivazioni dei ragazzi che decidono di non denunciare

Paura e vergogna: ecco perché le vittime non parlano. I ragazzi subiscono, si chiudono nel silenzio. Uno su tre non ne parla con nessuno. Per vergogna, nel 30 per cento dei casi, ma c'è in 24 per cento che si tiene tutto dento perché prova a farsi giustizia da solo. A vendicarsi però sono soprattutto i maschi. Ed è soprattutto tra i 14 e i 17 anni che cresce questo silenzio, mentre tra gli 11 e i 13 anni c'è più apertura verso il mondo degli adulti, i ragazzini tendono a confidarsi con i genitori o con gli insegnanti.

Il grafico mostra le risposte date...
Il grafico mostra le risposte date dai 15.268 ragazzi intervistati per la campagna "Una vita da social"

«Sensibilizzare è l'unica arma».  «L’unica arma veramente efficace – spiega Antonio Apruzzese, direttore del servizio polizia postale e delle comunicazioni – è l’incisiva e costante campagna di sensibilizzazione e prevenzione per i ragazzi e di formazione informazione per insegnanti e genitori che, la Polizia di Stato, attraverso il progetto educativo itinerante “Una vita da social” realizzato in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ha permesso di raggiungere sul territorio e sui social, come facebook e twitter ,un numero elevatissimo di adolescenti, ragazzi e genitori».

Bullismo, dopo 9 anni di attesa arrivano le linee guida del Ministero dell'Istruzione

In Senato #stopbullismo. Dalla pagina Facebook "Peer Help Campania " al videogioco creato dalla scuola Fermi-Gadda di Napoli per configgere i bulli. In Senato il convegno "Non più bulli e cyberbulli" per presentare le nuove linee guida del ministero dell'Istruzione contro il bullismo. 

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