Laidlaw, Marc

Di Franco Ricciardiello

Nato nel 1960 e cresciuto a Laguna Beach, poco distante da Los Angeles (California), Laidlaw ha frequentato l'università dell'Oregon e lavorato in uno studio legale di San Francisco. L'inizio della carriera di Laidlaw ("Marc" sulla copertina di Il 37° mandala, "Mark" su Kalifornia e Una famiglia nucleare) fu una piacevole sorpresa: si affacciava allo scenario cyberpunk uno dei rarissimi autori umoristici di science fiction. Se escludiamo periodiche incursioni nell'humour di autori come p.es. Fritz Leiber o Fletcher Pratt, ll suo più illustre predecessore è l'americano Ron Goulart. L'esordio di Laidlaw nel 1985 con Dad's nuke fece conoscere al pubblico questo gustosissimo autore che fustigava le ossessioni xenofobe della borghesia californiana: una famiglia-stato vive isolata in un quartiere corazzato, in possesso di armi micidiali, il suo unico contatto con il mondo sono i canali televisivi. Persino le vacanze sono "virtuali" (uno stralcio del romanzo è stato pubblicato anche come racconto con il titolo "Yosemite virtuale" nel 1994 da Sonzogno), ma la crisi si annida tremenda in questa vita abitudinaria e perbenista, perché le generazioni più giovani non riescono ad adattarsi all'isolazionismo dei genitori. Oltre alla fotografia, l'occulto è sempre stato uno degli interessi principali di Laidlaw, come testimonia la parte più recente della sua produzione. Il suo secondo romanzo, Neon Lotus (1988), e il successivo, Kalifornia, del 1993 (tradotto con lo stesso titolo da Mondadori nel 1995), cercano di inserirsi con scarso successo nell'atmosfera post-cyberpunk recuperandone uno dei chiodi fissi: la preoccupazione metafisica, con risultati migliori rispetto ai contemporanei tentativi di giustificazione politica. Alla fine degli anni Ottanta, Laidlaw diresse e distribuì la fanzine Freestyle, nome ispirato dalla pratica del surf, alla quale collaborarono autori cyberpunk come John Shirley e Michael Blumlein, la coppia Richard Kadrey/Pat Murphy e soprattutto Rudy Rucker. Insieme a quest'ultimo, Laidlaw è l'autore di due dei più deliziosi racconti americani del periodo: Chaos surfari (uscito in Italia sull'antologia Cavalieri elettrici di Theoria, 1994) e Probability pipeline ("Condotto di probabilità", su Cyberpunk, Ed.Nord 1994), in cui il grottesco e l'ironico si fondono con lo stile allucinato di Rucker. Freestyle, il cui motto era "Scrivi come sei (ma sii te stesso un po' di più)", rappresentò il versante più solipsistico in contrapposizione alla scrittura politicizzata e critica di Gibson e Sterling. La più incisiva idea politica di Laidlaw sembra infatti essere un generico anti-comunismo derivato dall'amore per la civiltà tibetana, che si sfoga anche in una rappresentazione monocromatica della tragedia cambogiana in The 37th mandala ("Il 37° mandala", Mondadori 1997), romanzo con ambizioni horror e realistiche al tempo stesso, in cui i personaggi sono motivati e dotati di spessore, ma dove vicenda si sfibra in un tentativo di giustificazione pseudo-scientifica alla Peter Kolosimo. Fra i più conosciuti racconti scritti da Laidlaw nel primo periodo (durante il quale utilizzò anche lo pseudonimo di Ira Maddaw) e apparsi in Italia, Nutrimancer ("Nutrimante", una caricatura del celeberrimo romanzo di Gibson, sull'IASFM n. 4, 1993) e 400 boys (Bompiani, 1994). Si è da più parti rilevata l'importanza della "famiglia" nel primo periodo della narrativa di Marc Laidlaw: ecco come lui stesso risponde a una domanda in proposito di Rudy Rucker: "Quando ho cominciato a scrivere, nulla sembrava più in conflitto con il mio desiderio di evasione che scrivere sui miei problemi familiari. Ma nei primi anni Ottanta ho letto Sanity madness and the family di R.D.Laing, che mi ha colpito profondamente facendomi capire che fertile terreno poteva rivelarsi la famiglia per esplorare gli effetti della tecnologia contorta."

Franco Ricciardiello